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Recensione - Il problema è che ti amo

Se Jennifer L. Armentrout scrive un nuovo libro, automaticamente io non posso fare altro che precipitarmi in libreria ed acquistarlo. Ormai è così che va, non posso farci nulla, è più forte di me.

Il problema è che ti amo” è uscito in Italia il 7 Luglio ed io ho provato a resistere – più o meno – ma alla fine non ho potuto fare a meno di catapultarmi in libreria, acquistarlo e divorarlo nell’arco di poche ore. In realtà avevo completamente dimenticato di aver scritto questa recensione, ma sono contenta di averla ritrovata e sopratutto di poterla condividere con voi quando questa è ancora un’uscita abbastanza fresca.

Non fatevi spaventare dal titolo del romanzo, che in inglese è “The problem with forever” quindi “Il problema con il per sempre” che ha molto più senso, ve lo assicuro. Ad ogni modo anche questa volta – come sempre – la Armentrout ha creato una storia magnifica, dolcissima e ha riconfermato di essere garanzia di qualità.


Titolo: Il problema è che ti amo


Autore: Jennifer L. Armentrout


Editore: Casa Editrice Nord


Costo: € 16,90


Voto:



TRAma

 

Il passato di Mallory Dodge è doloroso e traumatico e la sua infanzia non è sicuramente catalogabile come gioiosa e spensierata. Per una serie di circostanze Mallory si è trovata a dover crescere troppo in fretta e a dover assaggiare fin da subito le difficoltà degli adulti venendo presto a conoscenza delle cattiverie del mondo.


L’esistenza di Mallory è migliorata nel momento in cui una coppia di medici ha deciso di prenderla in adozione regalandole un po’ di normalità a partire dalla sua adolescenza; tuttavia dimenticarsi di soprusi e cattiverie è difficile, se non forse impossibile, e strascichi di questa dura infanzia fanno ancora parte della vita della ragazza. Mallory è timida, introversa e spesso le riesce difficile parlare in momenti di stress o più in generale con persone che non conosce, anche attacchi di ansia e panico non sono per lei nulla di nuovo.


In tutti questi anni Mallory è sempre rimasta chiusa nel suo guscio, ma nel momento in cui si trova a dover affrontare l’ultimo anno di liceo, non da privatista – come era abituata - ma frequentando una scuola pubblica, uscire dal suo nascondiglio sembra essere l’unica opzione disponibile.


Ma è proprio nel tanto temuto ambiente scolastico che Mallory rincontra una persona del suo passato: Rider Stark. Rider c’è sempre stato per Mallory, l’ha sempre protetta e si è sempre preso cura di lei ... tranne una volta, una volta in cui è successo l’impensabile, una volta in cui un tragico fatto ha cambiato completamente la vita di entrambi.



PERSONAGGI

 

I personaggi creati dalla Armentrout – che come avrete capito arrivati a questo punto della recensione è una delle mie scrittrici preferite in assoluto – finiscono sempre per rimanermi nel cuore in un modo o nell’altro. Sia Mallory che Rider mi sono piaciuti moltissimo. Per quel che riguarda Rider è per molti versi come un po’ tutti i personaggi maschili principali di cui scrive la Armentrout: scaltro, intelligente, sicuro di sè, protettivo e passionale. Anche se a voler essere completamente sinceri Rider l’ho trovato molto più umano e meno ragazzo perfetto rispetto agli altri personaggi maschili.


Mallory anche mi è piaciuta moltissimo, non propriamente come personaggio di per sè, ma per tutta la costruzione che c’è dietro di lei, per quella che è la sua storia, la sua psicologia e sopratutto per quella che è l’evoluzione – che la Armentrout è riuscita a rendere benissimo – di questo personaggio che nell’arco di un solo libro cresce moltissimo da ogni punto di vista. Un percorso di crescita molto realistico e molto ben descritto che ho amato.



temi

 

L’autrice è riuscita ad inserire con grande tatto e delicatezza temi molto importanti e complicati da trattare, facendo però rimanere la lettura adatta al pubblico al quale è destinata. La Armentrout difficilmente sceglie di affrontare più temi delicati assieme e quindi anche per questo romanzo ha individuato il suo punto cardine per sviluppare attorno ad esso tutta la trama.


Il tema principale è quello dell’adozione.

Mettendo da parte il perchè dei bambini si trovino in orfanotrofi o in affidamento, l’autrice si sofferma su quella che è l’esperienza in comune di Mallory e Rider in affido nella stessa famiglia ma anche su come la loro vita e la loro personalità cambi una volta obbligati a vivere realtà ed esperienze completamente; da una parte abbiamo Mallory che è stata adottata da una bella famiglia, dall’altra Rider a cui le cose sono andate in modo diverso e questo a portato i due personaggi a crescere in modo completamente differente.


Ciò che mi è piaciuto e che è difficile trovare in libri del genere, malgrado il tema sia molto trattato sopratutto negli Young Adult e nei New Adult, è la concretezza ed il realismo con cui l’autrice parla di quella che è la realtà delle adozioni e sopratutto degli affidamenti analizzandone aspetti positivi e negativi con uguale cura.



stile di scrittura

 

Il magico stile di scrittura che caratterizza le opere della Armentrout lo ritroviamo anche in questo suo ultimo romanzo. Non so bene come faccia ma sembra avere un dono innato, riesce a coinvolgere i suoi lettori catapultandoli dentro la storia e facendoli sentire parte di essa.


Se questo è il primo libro che leggete di questa autrice vi basta sapere che è coinvolgente, scorrevole e diretto; in particolare la scrittrice tende ad intercalare momenti di azione e svolgimento della storia vera e propria con sequenze di introspezione psicologica dei personaggi e sopratutto dei sentimenti e delle emozioni che questi provano in determinate circostanze.

LA MIA OPINIONE

 

Mi sono appena accorta di aver allungato un po’ troppo questa recensione e che malgrado tutta una serie di tagli è comunque venuta fuori una cosa lunghissima, perdonatemi ma quando leggo un libro che amo potrei poi parlarne per ore ed ore.


Io amo lo stile di scrittura di Jennifer L. Armentrout, adoro le storie da lei create ed immergermi nei suoi mondi è per me sempre una grande gioia. Quindi già nel momento in cui sento Armentrout (o Lynn che è l’altro cognome con cui ha firmato alcuni suoi lavori) so già di adorare ciò che lei scrive!


“Il problema è che ti amo” mi è piaciuto moltissimo, profondo ma non pesante, dolce ma non sdolcinato. Ad essere completamente onesti non è il libro che preferisco della scrittrice – a voler essere sincera preferisco i suoi libri che rientrano nel genere del paranormal romance – eppure non posso fare a meno di pensare che sia davvero bellissimo! Leggetelo, leggetelo, leggetelo! O comunque leggete qualcosa di questa autrice che come vada vada andate comunque sul sicuro!


Detto questo auguro a tutti una buona Pasquetta (qui da me c’è un sole che spacca le pietre!!) e noi ci ritroviamo luendì prossimo con una nuovissima recensione!


- Irene -


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