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Recensione - La moglie del califfo

  • Irene
  • 23 mar 2016
  • Tempo di lettura: 4 min

Non me lo ricordo quando è stata l’ultima volta in cui, appena finito un libro, ho sentito un bisogno irrefrenabile di scrivere una recensione per parlarne subito.

“La moglie del Califfo” di Renée Ahdieh è un capolavoro, non so neanche io perchè ho aspettato così a lungo prima di convincermi a prenderlo e a leggerlo.



Titolo: La moglie del califfo

Autore: Renée Ahdieh

Editore: Newton Compton Editori

Il mio voto:





Partire con il dirvi che come genere non saprei inquadrarvelo bene: è in parte un retelling, ma ci sono anche elementi di fantasy e distopia - per alcuni aspetti - ma nell’insieme ho provato come la sensazione di star leggendo una favola immensa, costruita nel minimo dettaglio senza lasciare nulla al caso. Ogni cosa in questo libro ha un suo perchè, anche se all’inizio può non sembrare.


La scrittrice non fa nessun preambolo o introduzione, ci catapulta già nella storia fornendoci passo passo qualche elemento che alla fine ci permette di comprendere - in parte - come stanno le cose; dico in parte perchè questo libro è il primo di una duologia, non voglio fare spoiler quindi mi limito a dirvi che c’è semplicemente bisogno di un seguito e tra l’altro non so come farò ad aspettare questo seguito, ne sento semplicemente il bisogno ora e subito, purtroppo però non uscirà in America prima di maggio!


La moglie del Califfo si presenta come un retelling del classico “Le mille e una notte” da cui poi però si distacca fortemente nel corso del romanzo.


"Le persone si innamorano e disinnamorano al ritmo del sorgere e tramontare del sole. Come un bambino che adora il colore verde un giorno, solo per scoprire il giorno dopo che in realtà preferisce l'azzurro."


Ci troviamo in Arabia, in non si capisce bene che periodo storico (cosa che ho apprezzato perchè da quasi una sensazione di misticismo generale al romanzo), dove c’è questo re di nome Khalid che ogni giorno prende in sposa una nuova donna che però non sopravvive mai alla prima alba di matrimonio.

La 71esima vittima di questo sovrano spietato e crudele è Shahrzad, ciò che la rende diversa agli occhi di tutti è il suo essersi offerta spontaneamente per questa missione che potremmo tranquillamente definire suicida.

Ma Shahrzad, in realtà, ha un piano molto chiaro da portare a compimento: uccidere questo sovrano senza cuore per vendicare la morte della sua migliore amica.

Nella sua breve permanenza a palazzo la nostra protagonista si rende conto che c’è qualcosa che non va, qualcosa che non torna e che essendo estremamente cocciuta non può far a meno di voler scoprire ad ogni costo: un segreto oscuro aleggia tra le mura del palazzo e lei è disposta a tutto pur di scoprire di cosa si tratta.

Escogita così uno stratagemma: la sua prima notte di nozze racconta a Khalid una storia e quando l’alba sta per sorgere lascia il suo racconto incompleto così da far scegliere al sovrano se ucciderla senza mai sapere la conclusione della sua favola, oppure se lasciarla vivere ancora un giorno.


“ L’alba era spuntata alle spalle del califfo , in tutta la sua gloria terrificante.

< Perchè ti sei fermata? > chiese.

Indicò con gli occhi la terrazza e il califfo seguì il suo sguardo.

< Puoi terminare la storia > asserì.

Shahrzad inspirò lentamente <Temo che non sia possibile, sayyidi >

< Come scusa? >

< Il mio racconto non è che all’inizio >”


Questa recensione sta venendo già troppo lunga ed in pratica non sono ancora riuscita a dirvi nulla di tutto quello che mi sono prefissata.


Partirei da quello che è lo stile di scrittura di questa autrice: misticheggiante ed allettante, si questi sono gli aggettivi con cui lo descriverei; Renée Ahdieh ha chiaramente un dono indiscutibile, quello di saper raccontare una storia e di saperla raccontare bene e con le parole giuste.

Sinceramente anche se la storia avesse fatto schifo solo per come è scritta l’avrei amata, fortunatamente la trama è tutto tranne che banale e scontata.

I personaggi, l’ambientazione, i colpi di scena: è davvero tutto perfetto.

Ho amato i personaggi principali tanto quanto i secondari. Shazi nella mia testa ha ufficialmente preso posto accanto alle eroine toste dei libri che ho già letto quali Tris, Katniss, Jane Eyre, Cinder e insomma chi più ne ha più ne metta; per quanto riguarda Kahalid è perfetto, penso di essermene ufficialmente innamorata, un personaggio che sarebbe tranquillamente potuto cadere in una serie di clichè, ma che fortunatamente ne è scampato saltandoli a piedi pari.


E poi ci sono Jalal, Despina, Taquir ... tutti fantastici e singolari. In realtà Taquir mi sta abbastanza antipatico, ma poverino, diciamo che non è proprio completamente colpa sua ahahha


Un altro aspetto che mi è piaciuto molto è stato il fatto che l’autrice ha ripreso nel suo racconto alcune di quelle che sono le storie riportata nelle “Mille e una notte”, raccontandole a modo suo ma incastrandole perfettamente con gli avvenimenti della storia. L’ho percepita come una grande trovata ecco.


L’ultima cosa che vi voglio dire – o meglio accennare – è sul finale: wow. Quello si che è un finale, e che finale!! Ho bisogno del secondo libro, vi dico solo che mi sono già fatta un bel po’ di viaggi mentali, di possibili ipotesi e spiegazioni e sto impazzendo. Se avete letto il libro vi prego scrivetemi e parliamone perchè davvero io ne ho bisogno!!


Come previsto la recensione mi è venuta lunga un km, perdonatemi ma questa volta davvero non ce l’ho fatta a contenermi,è stato più forte di me!


Se ancora non avete letto questo libro non so come voi facciate a vivere senza, correte a comprarlo ed immergetevi in questa storia perchè di sicuro ne vale la pena!


Alla prossima,

Irene.


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