Recensione - L'incastro (im)perfetto
- Irene
- 28 feb 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Cari lettori,
incredibile ma vero: sto postando una nuova recensione.
Avevo appena finito una serie di libri magnifici, - ma pensanti - ed avevo semplicemente bisogno di un qualcosa di scorrevole e carino che non mi impegnasse troppo e sono riuscita a trovare tutto ciò in questo romanzo di cui voglio parlarvi oggi.
Ormai ho già letto diversi libri di Colleen Hoover e mi sono accorta del fatto che i suoi romanzi o mi piacciono moltissimo oppure – per assurdo - li odio completamente; sono contenta di poter dire che questo rientra sicuramente nella prima categoria.
Contro ogni aspettativa, “L’incastro (im)perfetto” di Colleen Hoover è riuscito a tenermi incollata alle pagine, non potevo semplicemente pensare ad altro se non a questa storia e così ho finito per leggere il libro in un solo giorno, cosa che davvero non mi succedeva da una vita.

Titolo: Il quinto vangelo
Autore: Ian Caldwell
Editore: Newton Compton Editori
Il mio voto:

Trama:
Inizierei questa recensione dicendovi che il titolo originale del romanzo è “Ugly love”, ed io non sarei stata capace di trovare parole più adatta per descrivere la storia di Tate e Miles.
La loro è la storia di un amore: un amore intenso, un amore magico, un amore estasiante, un amore fisico, un amore utilitaristico, un amore brutto.
Miles è un pilota d’aerei di successo ben avviato nella propria carriera; Tate, invece, sta studiando per diventare infermiera. I due si incontrano in un momento delle loro vite in cui sembra semplicemente non esserci spazio per i sentimenti o per una storia seria. Così, non riuscendo a passare sopra la loro reciproca attrazione, finiscono per diventare amici con benefici, se così li vogliamo chiamare.
“Ti preoccupi troppo” replico con un sorriso forzato “Sarebbe più facile se ci fossero delle regole?”
(...)
“Forse” risponde “Me ne vengono in mente solo due per ora” (...) “Non chiedere del mio passato” dice fermamente “e non aspettarti mai un futuro”.
Si usano a vicenda e senza neanche rendersene conto la loro esistenza diventa un puzzle complicato, la loro vita una routine fatta di lavoro e sesso, sesso e lavoro.
Alla fine tutto nel romanzo ruota attorno a questo: la storia di un amore brutto o, se vogliamo, del brutto che c’è in un amore imperfetto, come alla fine è ogni vero amore.
“Miles stringe la presa sul mio collo ... poi mi uccide. O mi bacia. Non saprei dire quali delle due ed in ogni caso sono abbastanza sicura che si provi la stessa cosa.”
Cosa ne penso:
Ciò che più mi ha colpito di questo libro non è tanto la trama, che di per sè è anche banale, se vogliamo, ma l’intensità ed il modo in cui Colleen Hoover ha saputo raccontare la vicenda. E’ stata intensa, è riuscita a catturarmi e a coinvolgersi, mi sono sentita completamente inghiottita nel libro ed ho adorato queste sensazioni a tratti sicuramente strazianti.
La storia è narrata dal punto di vista di entrambi i protagonisti a capitoli alterni; ma se Tate ci parla della sua storia con Miles, i capitoli dal punto di vista del personaggio maschile sono quasi tutti proiettati nel passato ed incentrati in un accadimento avvenuto sei anni prima del loro incontro che ha segnato profondamente questo giovane uomo spingendolo a gettarsi a capofitto nel lavoro e ad evitare una volta per tutte l’amore, nel senso più ampio del termine.
In genere non adoro i punti di vista alternati, ma devo ammettere che in questo causo l’autrice è stata molto abile ad usarli e per questo sono riuscita ad apprezzarli entrambi.
Un’altra caratteristica che tutti apprezzano della Hoover è sicuramente la sua capacità di creare personaggi eccezionali che in un modo o nell’altro ti entrano nel cuore, se da una parte ho amato Miles e Tate come coppia dall’altra devo dire che come singoli personaggi, questa volta, non mi hanno fatto impazzire poi troppo.
Nel complesso il libro mi è piaciuto molto e sono davvero contenta di averlo letto, ve lo consiglio sicuramente se siete alla ricerca di una storia coinvolgente che sappia emozionarvi istantaneamente, ma devo anche avvertirvi del fatto che ci sono un paio di scene un po’ spinte.
Detto questo voglio sapere cosa ne pensate voi! Lo avete letto? Ne avete sentito parlare? Lasciatemelo scritto qui sotto nei commenti!
Alla prossima,
Irene.
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