Recensione - Every Last Word
- Irene
- 5 gen 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Cari lettori,
quand’è stata l’ultima volta che ho pubblicato una recensione? Mille anni fa? Sorvoliamo che forse è meglio ahahah
Sono qui oggi per parlarvi del romanzo d’esordio della scrittrice statunitense Tamara Ireland Stone, “Every Last Word”, libro purtroppo ancora inedito in Italia ma che spero vivamente qualche casa editrice decida di pubblicare al più presto perchè – lasciatemelo dire – questa è stata probabilmente una delle storie più belle che ho avuto il piacere di leggere in questo 2015.

Titolo: Every last word
Autore: Tamara Ireland Stone
Editore: Disney-Hyperion
Il mio voto:

Trama:
Samantha è decisamente una delle ragazze più popolari della sua scuola, ma se per caso dovesse uscire fuori che soffre di un Disturbo Ossessivo Compulsivo le persone sarebbero ancora disposte a trattarla allo stesso modo? No. E Samantha lo sa bene. E’ proprio questo il motivo per cui ha sempre deciso di tenere per sè questo grande aspetto della propria vita, ma non è facile mentire in continuazione, sopratutto a delle persone con cui si trascorre gran parte delle proprie giornate ed arrivata al suo ultimo anno di liceo la situazione si fa sempre più insopportabile.
“Everyone’s got something. Some people are just better actors than others.”
(Ognuno ha qualcosa. Alcuni sono semplicemente attori migliori di altri)
L’unica chance di Samantha per sfogarsi è sempre stata il nuoto, ma ormai sembra non bastare più neanche questo e nel momento in cui la situazione diventa insostenibile Sam conosce Caroline che la introduce in un club di poesia segreta ...
“I didn’t go there looking for you. I went looking for me.” (...) “But now, here you are, and somehow, in finding you, I think I’ve found myself.”
(Non sono andata li per cercarti. Sono andata lì per cercare me. (...) Ma ora eccoci qui, in qualche modo, trovandoti penso di aver trovato me stessa)
Cosa ne penso:
In America questo romanzo ha decisamente conquistato il cuore di tutti i suoi lettori, inizialmente non capivo bene il perchè, la storia era carina i personaggi simpatici e nell’insieme di sicuro una lettura piacevole, ma poi arrivata ad una sessantina di pagine dalla fine ho capito, ho decisamente capito il perchè: un grande colpo di scena rimescola tutte le carte in tavola obbligando chiunque sia immerso nella lettura a finire il libro tutto d’un fiato e poi addirittura a ricominciare a leggere tutto dall’inizio con un nuovo punto di vista.
Detto questo vorrei sottolineare la bravura dell’autrice nel trattare un disturbo di cui si è più o meno tutti a conoscenza, ma di cui non si parla mai tanto, un disturbo a mio parere neanche troppo facile da capire in alcune situazioni ed il fatto che sia proprio Samantha a narrare tutta la storia non deve aver semplificato il lavoro dell’autrice.
Per quanto riguarda i personaggi non voglio accennarvi nulla perchè è stato bello conoscerli uno per uno lungo tutta la vicenda, personaggi costruiti perfettamente, niente è lasciato al caso: dalle ossessioni di Samantha, alle stranezze di Caroline, dal caratteraccio di Alexis, alla dolcezza di AJ.
Un’altro aspetto che ho apprezzato è stato il fatto che al centro di tutta la vicenda non troviamo il disturbo della protagonista nè la sua storia d’amore (di cui non vi dico nulla ma che è davvero dolcissima) bensì la poesia e tutta la procedura per entrare in questo club segreto e la difficoltà a tirare fuori quello che uno ha dentro sè.
Come sempre ho parlato tantissimo quindi a questo punto mi sto zitta.
Mi auguro davvero che qualcuno decida di pubblicare il romanzo anche qui in Italia e a tutti coloro che possono leggerlo in lingua correte a comprare “Every Last Word” perchè si ... merita!
Alla prossima, Irene.
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