Recensione - Il tuo meraviglioso silenzio
- Irene
- 29 dic 2015
- Tempo di lettura: 4 min
Cari lettori,
Più volte mi sono interrogata su quale sarebbe potuto essere il fortunato primo libro da recensire per segnare ufficialmente l’inizio di questa nuova avventura in cui mi sto catapultando.
Diciamo che mi ero ripromessa di aprire il round di recensioni offrendovi un’opinione sul mio libro preferito, mi sembrava perfetto! Di base però non avevo calcolato un piccolissimo (immenso) problema ... non riesco a scegliere un libro preferito (ditemi che mi capite!), insomma ce ne sono così tanti e sono tutti così saqivudbwads no?!?
Bando alle ciance, dopo essermi spremuta le meningi, non potendo scegliere un libro, ho deciso di partire con il recensirvi l’ultimo romanzo che ho letto e, tra l’altro, finito, proprio questa mattina quando c’era ancora un raggio di sole che al momento sembra essere completamente scomparso (lo so che non vi interessa ma a me le nuvole e il grigiore mettono una tristezza!)
Probabilmente arrivati a questo punto la stragrande maggioranza di voi avrà già sentito parlare di questo libro uscito ormai da diverso tempo.
Ammetto di averlo acquistato praticamente appena uscito, ma alla fine l’ho poggiato lì su una mensola posticipandone continuamente la lettura. Non so neanche io bene il perchè, fatto sta che lunedì ho deciso di iniziarlo e alla fine l’ho divorato in pochissimi giorni.

Titolo: Il tuo meraviglioso silenzio
Autore: Katja Millay
Editore: Mondadori
Il mio voto:

Trama:
Nastya era la Ragazza Piano di Brighton, una bambina prodigio, destinata ad avere fama e successo, che riusciva ad ammaliare le persone semplicemente sfiorando quei tasti bianchi e neri ... ma questo è stato prima....
“Morire non è poi così male dopo la prima volta.
Lo so per esperienza.
La morte non mi spaventa più.
E’ tutto il resto a spaventarmi”
Ora Nastya ha smesso di parlare, sono 452 giorni che vive nel silenzio.
In seguito ad un evento a dir proprio tragico che la segnerà a vita, Nastya sente il bisogno di cambiare ambiente, lascia quindi Brighton e si trasferisce dalla zia Margot in Florida dove si iscrive alla scuola locale e fa conoscenza del classico ruba cuori, quello dietro a cui vanno tutte le ragazze: Drew Leighton.
“Do un’occhiata in cima alla fila, dove un bambolotto alla Ken sfodera il suo sorriso da orgasmo alla Signorina Acida dall’altra parte del bancone. (...) E’ il tipico belloccio che trasforma donne normalmente rispettose di sé stesse in perfette idiote”
Nastya corre tutte le sere fino allo stremo per scaricarsi e forse in parte per sfuggire a quel fatto che inevitabilmente l’ha rovinata;
Nastya sforna costantemente dolci, sembra non poter fare a meno di ingerire zuccheri;
Nastya colleziona nomi ed i loro significati: Nastya è Rinascita, Drew maschile, virile e Josh salvezza.
Ma chi è Josh? Josh Bennett è il migliore amico di Drew e alle spalle si è lasciato una lunga serie di lutti familiari di cui tutti sembrano essere a conoscenza.
Josh e “Raggiodisole” – come la chiama lui – proprio quando sembravano non esserci più speranze per nessuno dei due, si incontrano, si conoscono, si scoprono e si salvano.
Cosa ne penso:
Inizio con il dire che non mi aspettavo così tanto da questo libro e che mi ha decisamente sorpresa. Scordatevi tutti i romanzetti strappalacrime in cui lei è incasinata e lui la salva: no, niente del genere. O meglio, Josh è sicuramente fondamentale nella vicenda, ma alla fine Nastya si salva da sola, ed è questo che più di ogni altra cosa mi ha colpito.
Un’altro aspetto che ho sicuramente apprezzato è il fatto che l’autrice non ci fa subito capire cosa è successo alla protagonista, sparge lungo tutto il romanzo una serie di indizi, ma solo arrivati alla fine si capisce bene cosa è accaduto a questa ragazza dal nome Russo (aspetto che inizialmente può sembrare senza significato ma che in realtà ha un suo perchè), cosa le ha strappato per sempre il futuro pieno di promesse segnandola emotivamente ma anche fisicamente.
“Odio la mia mano sinistra. Odio guardarla. Odio quando si blocca e trema, a ricordarmi che ho perso la mia identità. Ma la guardo comunque, perchè mi ricorda anche che riuscirò a trovare chi mi ha portato via tutto. Ucciderò il ragazzo che mi ha uccisa, e lo farò con la mano sinistra”
(Giuro di non avervi spoilerato nulla, questo è il periodo con cui si apre il libro)
Malgrado l’autrice abbia scelto di trattare tematiche difficili, non ha appesantito troppo il romanzo nè ha sminuito l’importanza di temi sicuramente di una certo rilevanza, Katja Millay è riuscita a trovare il giusto equilibrio in tutto, creando così un libro che è una bomba di emozioni. Nelle ultime cinquanta pagine in particolare mi sono sentita davvero catapultata nella storia, ho provato tutte le emozioni di Nastya, ho provato tutta la sua rabbia repressa, tutta la sua tristezza e alla fine mi sono sentita il cuore pieno non tanto di gioia quanto di vera e propria serenità.
Per quanto riguarda lo stile di scrittura è scorrevole e pieno di battutine ironiche davanti alle quali più volte mi è capitato di ridere da sola come una deficiente (ma tralasciamo .... ahahaha).
Senza anticiparvi niente, voglio solo dire due cose sul finale di questo libro incredibile. Devo confessarvi che ho un vero problema con i finali, prima di iniziare un libro leggo sempre l’ultima parola, non pretendo sempre il così detto “Happy Ending” l’unica cosa che esigo da una storia è che abbia un finale adatto e coerente a tutta la vicenda, e di sicuro questo libro ce lo ha, ma ciò che mi ha fatto innamorare delle ultime pagine è l’originalità e sopratutto il fatto che io non me l’aspettavo una conclusione del genere.
Spero di avervi incuriosita almeno un pochino e vi consiglio questa lettura che mi ha tenuta incollata come non mi succedeva da molto tempo purtroppo. Di sicuro è un New Adult molto particolare e fuori dagli schemi, per tutta una serie di motivi, ed è un libro che dietro ad una bella storia mi ha fatto riflettere su alcuni temi importanti.
Alla prossima,
Irene.
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