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Recensione - Quello che c'è tra noi

Cari lettori,

chi un po’ mi conosce sa bene che la mia estate ed il mese di settembre sono stati per me un periodo a dir poco movimentato. I motivi sono diversi, il più importante dei quali è il mio recentissimo trasferimento a Milano. Ci tenevo a precisarlo per giustificare un po’ quella che è stata la mia assenza estiva qui sul blog.

L’intento di questo post non è tuttavia tediarvi con i miei drammi esistenziali, quanto piuttosto parlarvi di un libro che ho letto proprio nel mese di Settembre.

Prima di cominciare, però, volevo dirvi che era da un po’ che pensavo al fatto di voler cambiare l’impostazione delle mie recensioni per renderle più dirette ed empatiche, tenterò oggi questa nuova configurazione in settori, ma sappiate che è ancora soggetta a cambiamenti, quindi per chiunque avesse suggerimenti e consigli io sono tutta orecchie!





Titolo: Quello che c'è tra noi


Autore: Huntley Fitzpatrick


Editore: DeAgostini


Costo: € 14,90





Trama

 

I Garrett ed i Reed, seppur vicini di casa, sono l’uno l’antitesi dell’altro. I primi chiassosi, espansivi e cordiali; i secondi riservati, frenetici ed ordinati. Samantha – che è la figlia minore della senatrice Reed – è sempre stata abituata ad un certo standard di vita, a frequentare determinate persone e a porsi obbiettivi ambiziosi. Vista da fuori la sua vita fatta di lusso e comodità non può che sembrare perfetta, ma la verità è che Samantha sente la mancanza di un qualcosa, un qualcosa che istintivamente percepisce nella famiglia dei Garrett e che la spinge da diversi anni a rannicchiarsi sul tetto di casa sua per osservarli un poco tutti i giorni.

Gli equilibri della vita di Samantha vengono meno proprio nel momento in cui inconsapevolmente attira l’attenzione di uno dei ragazzi Garrett.



Stile di scrittura

 

Scorrevole, veloce e a tratti superficiale sono le parole chiavi che descrivono lo stile di scrittura di questa autrice. Ho letto il romanzo in due giorni – tra l’altro due giorni molto frenetici – quindi se avete poco tempo ma comunque una gran voglia di leggere vi consiglio assolutamente “Quello che c’è tra noi” che da questo punto di vista è perfetto. La trama è molto lineare e la storia di per sè non richiede una grande concentrazione per essere seguita. Non ci sono colpi di scena particolarmente significativi, se non uno alquanto forzato e di certo prevedibile in quel contesto. Una pecca che ho riscontrato in questo romanzo è che in diversi tratti mi è sembrato quasi un elenco di azioni compiute dai personaggi. In particolare la narrazione di Samantha – la protagonista – in svariate occasioni è impostata come un “Prima ho fatto quello, ora faccio questo, poi farò quest’altro ...”.



Personaggi

 

Da questo punto di vista mi sento di dire che “Quello che c’è tra noi” mi ha in parte delusa. I personaggi non sono approfonditi a livello psicologico e sono tutti racchiudibili in categorie ben delineate. Samantha è la figlia perfetta che ha vissuto la sua vita in modo represso e che arrivata alla soglia dell’età adulta sente la necessità di scavalcare i confini che fino ad allora le erano stati imposti.

Il protagonista maschile, Jase Garrett, è invece il tipico ragazzo sportivo che riesce bene in tutto ciò che fa. Più che come singoli personaggi i due protagonisti emergono in quanto coppia: tutto il romanzo ruota attorno alla storia d’amore di questi due ragazzi che si fanno compagnia in un momento delicato della vita, quello che è il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. La storia d’amore è sicuramente dolce e carina, ma la parte che solitamente preferisco è tutto il meccanismo di innamoramento che si innesca e le circostanze che portano due persone a stare insieme, purtroppo però nel libro questa parte è pressoché inesistente, il loro è praticamente un amore a prima vista – il tipico instalove - e questo devo ammettere che mi ha lasciato un pochino perplessa.

Per quanto riguardo i personaggi secondari cercherò di essere il più sintetica possibile: nessuno di loro era particolarmente interessante a mio parere o comunque l'autrice non ha riservato loro molto spazio, unica eccezione fatta per il personaggio di Tim, che è tra l'altro il mio preferito all’interno di tutto il romanzo. Autoironico, irriverente, esilarante e per certi versi geniale. E’ un personaggio che per tutto l’arco del romanzo cerca di riscattarsi da una situazione che lo ha risucchiato e - a mio parere - alla fine a modo suo ci riesce. L’ultima cosa che voglio dire su di lui è il fatto che non mi sarebbe dispiaciuto sapere qualcosa in più sul suo rapporto con Alice Garrett e sopratutto se alla fine effettivamente tra i due succede qualcosa oppure no; lungo tutto il romanzo, infatti, Tim fa il cascamorto con Alice ed il fatto che noi non sappiamo come si concludano le cose tra i due un po’ l’ho percepita come una mancanza.

Infine voglio spendere due parole sulle famiglie Reed e Garrett: ci sono presentati come i due nuclei strutturali opposti all’interno della storia, ma alla fine la scrittrice non approfondisce nessuna delle due realtà e questo un po’ mi ha deluso.



Temi

 

Il problema di un po’ tutto il romanzo, come avrete ormai percepito a questo punto, è il fatto che la Fitzpatrick accenna a varie tematiche e situazioni, ma finisce per non approfondirne nessuna lasciando una serie di questioni aperte. I Garrett ci sono presentati come una famiglia numerosa che proprio per questo motivo si ritrova ad avere problemi economici, questa è una realtà molto diffusa e non ho letto molti altri libri che l’affrontassero. Sarebbe stato interessante, a mio parere, porla come questione principale del romanzo e approfondire questa come tematica, ma come già accennato così non è stato.

Antitetica alla famiglia dei Garrett è quella dei Reed: ricchi e benestanti sono in realtà profondamente infelici e tra l’altro all’inizio del romanzo l’autrice ci informa del fatto che Samantha non ha mai conosciuto il padre, che a quanto pare ha abbandonato la famiglia ancora prima che la ragazza nascesse, ma poi per tutto l’arco del libro non accenna più all’argomento malgrado le numerose occasioni in cui questo poteva essere riportato in ballo.



Conclusione

 

Rileggendo la recensione mi sono resa conto di aver quasi demolito questo romanzo. In realtà non lo ho odiato, al contrario l’ho trovata una lettura piacevole, per svagarsi un po’ e passare del tempo. Detto questo, se quello che state cercando è una storia carina che vi faccia un po’ di compagnia, questo libro va benissimo, ma sappiate che non vi offre nulla di più: è una lettura di intrattenimento e basta.


A questo punto vi saluto e ci vediamo lunedì prossimo con una recensione tutta nuova!


Alla prossima,

Irene. ©








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